DI TRADIZIOVAZIONE, GORDON RAMSAY E ALBERI DI NATALE

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Esito, titubo, rilutto. 

Riguardo a che? 

Al pranzo di Natale, my dear.

L’ultima volta che ho avuto tutta la formazione di parenti assortiti fino alla terza ramificazione dell’albero genealogico della Picci è stato nel 2011.

Volevo che il suo primo Natale rimanesse negli annali, che se ne scrivessero ballate, che venisse ricordato nei secoli dei secoli.

Perché? Mah. Forse a causa del mio nuovo status di mamma. O forse perché avevo da poco visto Chocolat e mi sentivo una Vianne del 2010, ma senza fighissimi gitani tenebrosi in giro per casa.

Perciò ad ottobre, quando l’aria cominciava a frizzare, comunicai che avrei preparato IO il pranzo di Natale (ché le mamme e le nonne della mia famiglia hanno da sempre l’abitudine di effettuare lo smistamento dei pasti natalizi gia ai primi freddi).

Avvertii una leggera tendenza al nicchiamento da parte di entrambe le nonne e dell’unica bis ancora sulla piazza, che comunque si offrirono di venire al pranzo munite di pietanze di varia natura per alleggerirmi un po’ il gravosissimo compito, visto che hai la bimba piccola non puoi mica passare una settimana in cucina e sennò con la Picci come fai.

– No, no, no. Faccio tutto da sola – risposi (scroscio di applausi e qualche lacrima di commozione per il coraggio dimostrato).

Così, verso i primi di novembre mi misi alla ricerca delle ricette perfette per il mio perfetto menu. 

Una vaga idea di cosa avrei portato in tavola ce l’avevo, anche perché non è che la prima volta che organizzi il pranzo di Natale puoi smontare tutti i capisaldi della tradizione culinaria della tua famiglia così, d’emblée.

Quindi, fatta eccezione per le pietanze “must eat”, dovevo cercare qualcosa di “tradiziovativo” che colpisse trasversalmente, come una freccia scagliata da Carlo Cracco, sia i tradizionalisti che gli innovatori. Dunque la tradiziovazione me la andai a cercare nella sezione “culinaria” della mia libreria, tra le pagine di: “La cucina di Casamia” (27 uscite), “La prova del cuoco magazine” (1 uscita), La cucina regionale italiana (27 volumi), Il pellegrino Artusi, “Cucina con il wok” e “Sapori d’Africa” (perché se vuoi stupire a Natale, la svolta etnica-orientale è l’idea giuuustaaa) e “Mangia che dimagrisci” seguito dopo sole 3 pagine, da “Passione Nutella”.

Dopo tutto quel leggere, consultare e sfogliare un’idea me l’ero fatta ma la svolta decisiva  arrivò direttamente da Gordon Ramsay che dandomi direttive dall’omonima app “Gordon Ramsay cook with me”, mi sbrogliò la brogliosissima matassa “secondi”.

Così dopo un faticoso travaglio di circa 1 mese, partorii un magnifico menù che prevedeva aperitivo, antipasto, un primo piatto e 3 secondi (è la tradiziovazione, belli!).

Perciò, tranquilla come una cerbiatta residente in una riserva del Wwf, archiviai il caso “Natale” fino alla prima metà di dicembre, quando fu il momento di rientrare nel mood e preparare un piano d’azione.

Dalla lista della spesa avrei dovuto capire che mi accingevo a combattere una guerra lunga, faticosa e dal risultato assolutamente incerto. Gia solo considerando che tendo sempre a complicare parecchio le cose, anche quelle proprio semplici semplici, avrei dovuto immaginare che stavo per affrontare un’impresa titanica, molto oltre le mie capacità organizzative.

Ma tant’era. Il menù era fatto e non avevo la minima intenzione di tornarci sopra dopo tutto il sudore e le diottrie buttate su libri, riviste e apps.

Non mi dilungherò sul racconto della preparazione di questo famoso pranzo. Vi basti sapere che l’oca non era spennata come si deve ARGH!!! (non dissi esattamente ARGH!!! quando la vidi, ma una sequenza di oscenità capace di far impallidire anche il più esperto scaricatore di porto).

Fu così che, grazie alle mie abilità acrobatico/funamboliche, al probabile influsso elettromagnetico di qualche stella polare vagante nei nostri cieli in quella settimana, o alla ancora più probabile diretta intercessione di Babbo Natale in persona, il pranzo riuscì alla grande.

E avreste dovuto vedermi risplendentemente ammantata di uno strato di stanchezza cosmica, contenta come una tinca appena sfuggita all’amo: ero riuscita nella mirabolante impresa!

Il 26 dicembre decisi con la fermezza statica della pietà di Michelangelo che, come il passaggio della cometa di Halley, questo evento eccezionale si ripeterà non prima di 60 anni. Troppo faticoso organizzare “il pranzo di Babette” senza Babette.

E sono rimasta talmente traumatizzata che da allora lascio che sia uno qualunque fra i membri del parentado ad invitarci, senza peraltro che io mi offra di portare alcunché. Ormai anche solo scegliere il torrone mi causa irritazioni.

Ed ecco che due anni fa, forti di:

  1. un ponte a favorissimo che permetteva di prolungare i festeggiamenti;
  2. una disposizione d’animo ostile nei confronti dell’immersione nelle dinamiche familiari natalizie;
  3. il Natale passato in casa d’altri non è bello come quello a casa tua;

siamo andati a Londra. Solo noi 3.

Abbiamo passeggiato con e senza meta, fatto visita ad amici e dato la caccia a Banksy, scoprendo angoli di città pazzeschi.

E il 25 abbiamo aperto regali davanti al mini camino della nostra camera d’albergo, ci siamo gustati un delizioso pranzo di Natale a base di sushi ed una cena gourmet ancora più deliziosa in un gastro-pub.

Insomma, ce la siamo spassata coi nostri ritmi e facendo quello che ci andava di fare.

Quell’anno dunque, di nuovo allegra come il suddetto cerbiatto, dovetti solo occuparmi di prenotare volo e albergo e preparare un albero di Natale da portare in vacanza.

Ti porti l’albero di Natale in vacanza???

Sì, sì, sì! Me lo porto perché sono incapace di rinunciare a quel momento magico in cui io, Freddy e la Picci ci alziamo dal letto la mattina del 25 dicembre, ci precipitiamo ancora in pigiama davanti all’albero e ce ne stiamo a contemplare tutti quei pacchetti cercando di indovinarne il contenuto.

Ma non fatevi idee strane. Quell’anno io e la Picci facemmo una cosa semplice: creammo un grande foglio da disegno incollando insieme diversi A4 e dipingendoci sopra un bell’abete con tante palline colorate. Lo facemmo viaggiare comodamente piegato in valigia e appena arrivati in albergo, lo attaccammo al mini camino della nostra stanza. 

Difficile dimenticarsi la sorpresa felicità della Picci la mattina di Natale, quando vide tutti i regali che Babbo natale era passato a lasciare proprio sotto al nostro albero dipinto! E’ stata una magia …

E perché mai dovrei rinunciare a quei momenti e a quella magia quando sono in vacanza? 

Quest’anno ho pensato a tutti quelli che passeranno le feste in vacanza (vi invidio tantissimo, sappiatelo) e per non far sentire loro la mancanza della magia dei regali sotto l’albero, ne ho progettato uno che si può portare in valigia, pieghevole, comodo da montare e da appendere e personalizzabile!

Con i miei migliori auguri vi presento il mio 

ALBERO DI NATALE DA VIAGGIO

INGREDIENTI:

  • Nr.23 Cartoncini bianchi per stampante da 200 gr formato A4
  • Nr. 44 fermacampioni da 5mm nei colori che preferite  

UTENSILERIA:

  • Stampante
  • Foratrice ad un solo foro da 3mm (anche quella per le cinture va benissimo!)
  • Cutter e forbici

PREPARAZIONE:

DOWNLOAD

Albero di Natale da viaggio

Palle di Natale personalizzabili

[NOTA: l’utilizzo dei PDF è strettamente personale. Vi prego di leggere la pagina Termini & Condizioni prima di scaricarli, grazie!!]

ISTRUZIONI:

♦ Stampate alcune copie del PDF “Palle di Natale personalizzabili” ed alcune della pagina 1, “Le Palle”, del PDF “Albero di Natale da Viaggio”, per un totale di 22 stampe.

TIP #1: Le palle di Natale personalizzabili sono pensate per essere decorate. Quindi stampatene quante copie volete e divertitevi a disegnarle e colorarle come più vi piace. Personalizzate il vostro alberello!

♦ Adesso procedete con la stampa di 1 copia della pagina 2, “Le strisce di collegamento”, del PDF .

♦ Munitevi ora di forbici e di un sottofondo musicale idoneo (io ho messo su i Kaleo, accompagnati da Dorothy e inframezzati dai Welshly Arms) e da ognuno dei 22 fogli, ritagliate i 6 spicchi seguendo il bordo esterno di ciascuno.

♦ Allo stesso modo ritagliate anche le strisce di collegamento.

♦ Adesso, perforatrice alla mano, forate i pallini neri che trovate su ogni spicchio ed ogni striscia di collegamento che avete appena ritagliato.

♦ Formate ora 22 mazzetti sovrapponendo 6 spicchi per ogni mazzetto. Quelle sono le palle che comporranno il vostro alberello.

♦ Con la striscia di collegamento lunga a due pallini, formate un anello sovrapponendo i due fori e fissatelo con un fermacampione ai buchi superiore di una delle 22 palle.

♦ Nell’altro foro della stessa palla fissate con un secondo fermacampione, una delle strisce lunghe a tre buchi e quella corta a due, con la parte verde rivolta verso il basso (Foto 1)

Albero di Natale da viaggio

♦ Prendete adesso 3 palle e fissatele alle strisce appena posizionate utilizzando altrettanti fermacampioni (Foto 2)

Albero di Natale da viaggio

♦ A quest’ultime, fissate adesso altrettante strisce di collegamento (Foto 3)

Albero di Natale da viaggio 1

♦ Proseguite attaccando una palla su ciascuno dei fori delle 3 strisce di collegamento, sulle quali, a loro volta, fisserete una striscia ciascuna. (Foto 4)

Albero di Natale da viaggio 1

♦ Terminate l’assemblaggio del vostro albero attaccando le restanti 12 palle (Foto 5)

Albero di Natale da viaggio 1

♦ Ora non vi resta che aprire ogni palla, facendo scorrere gli spicchi uno sull’altro ed appenderlo dove più vi piace, utilizzando l’apposito anello.

Quando avrete bisogno di metterlo in valigia non dovrete fare altro che richiudere le palle.

Ed eccolo pronto

Albero di Natale da viaggio 1

Appeso al camino (spento, ovviamente 😆) 

Albero di Natale da viaggio 1

… al muro …

Albero di Natale da viaggio 1

… in camera della Picci, ché ne ha voluto uno tutto suo.

Albero di Natale da viaggio 1

Io l’ho appeso al lampadario in salotto, in attesa di portarmelo in giro il prossimo Natale, visto che quest’anno ce ne resteremo a casa.

Ora siete pronti per scartare i regali sotto il vostro alberello, ovunque andrete in vacanza!

TIP #2: non dimenticate di portare con voi anche del nastro adesivo!

Tanti auguri da Già Mezzogiorno 💝

P.S.: per motivi organizzativi disorganizzativi, io e la Picci non siamo riuscite a realizzare un alberello con le palle personalizzate, ma nei prossimi giorni lo faremo e troverete le foto sul mio account Instagram. Perciò STAY TUNED!

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